Lambrusco Salamino di Santa Croce DOP
Un po’ di storia
La presenza, già nell’antichità del Lambrusco, anche nell’areale di produzione del Lambrusco Salamino di Santa Croce, è certificata già Plinio così come da Catone che ne il "De Agricoltura" la specie denominata “lambrusca”, consentiva di ottenere circa 300 anfore di vino per jugero, unità di misura romana corrispondente a circa un quarto di ettaro. Il Comune di Santa Croce, in provincia di Carpi, sembra sia stato in tempi antichi il centro di diffusione di questo vitigno su tutto il territorio modenese. La denominazione di origine controllata è arrivata nel 1970.
Il territorio
La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini spumanti e dei vini frizzanti a denominazione di origine controllata «Lambrusco Salamino di Santa Croce» comprende l'intero territorio amministrativo dei comuni di Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Medolla, Novi, S.Felice sul Panaro, S. Possidonio, tutti in provincia di Modena, e parte del territorio amministrativo dei comuni di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Finale Emilia, Mirandola, Modena e Soliera, tutti in provincia di Modena. In generale, i terreni che ospitano il Lambrusco Salamino di Santa Croce sono generosi e dotati di buona fertilità, La conformazione è dovuta all’accumularsi, nel corso del tempo, dei sedimenti lasciati dalle alluvioni dei vari corsi d’acqua, fiumi e torrenti che attraversano da sud verso nord la pianura modenese: si trovano, quindi, sabbie, limi e argille.
Vini e vitigni
Sono quattro le tipologie consentite dal disciplinare, sia rosse che rosate, sia nella versione spumante che frizzante. Il vitigno principale è il Lambrusco Salamino, che deve essere presente nei vini almeno per l’85%; possono pero essere presenti, fino ad un massimo del 15%, anche altri Lambruschi, Ancellotta e Fortana. Il Lambrusco Salamino è un vitigno dotato di ottima vigoria, e le sue uve raggiungono la maturazione nella prima decade di ottobre.