Lambrusco Graparossa di Castelvetro DOP
Un po’ di storia
Il “Lambrusco Grasparossa” è noto fin dal 1800 come attestato da molti documenti storici. Tra questi, ad esempio, il “catalogo alfabetico di quasi tutte le uve” redatto da Luigi Maini nel 1854 nonché il “catalogo descrittivo delle principali varietà di uve coltivate nelle provincie di Modena e di Reggio Emilia” dell’Avv. Francesco Aggazzotti pubblicato nel 1867. La denominazione di origine controllata arriva nel 1970.
Il territorio
La zona di produzione comprende l'intero territorio amministrativo dei comuni di Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Fiorano, Formigine, Maranello, Marano sul Panaro, Prignano sul Secchia, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Sassuolo, Vignola, S. Cesario sul Panaro, tutti in provincia di Modena, e parte del territorio amministrativo del comune di Modena. I vigneti si trovano sui terreni dell’alta pianura e della collina modenesi. Nel primo caso troviamo suoli poco permeabili e molto "magri", ricchi di argille sabbiose o marnose. Nel secondo caso i terreni sono invece costituiti da sabbie limose su un fondo di ghiaie, ed offrono quindi maggior permeabilità.
Vini e vitigni
Sono quattro le tipologie consentite dal disciplinare, sia rosse che rosate, sia nella versione spumante che frizzante. Il vitigno principale è il Lambrusco Grasparossa, che deve essere presente almeno per l’85% nel vino e al quale poi possibile aggiungere altri lambruschi e/o il Malbo Gentile sino ad un massimo del 15%. Tra le principali caratteristiche del Grasparossa vi è la maturazione che avviene tardivamente, tanto che un tempo si vendemmiava anche il giorno di San Martino (11 novembre) o ancora più avanti.