Lambrusco di Sorbara DOP
Un po’ di storia
All’interno del territorio modenese, la denominazione “Lambrusco di Sorbara” è già nota sin dal 1800. Lo dimostrano numerosi documenti storici tra i quali troviamo il Saggio Chimico- Igeologico-Terapeutico sul vino “Lambrusco di Sorbara” estratto dal fascicolo dell’Associazione Agraria Italiana della regia Accademia di Torino pubblicato sulla Gazzetta di Modena del 1862, il catalogo descrittivo delle principali varietà̀ di uve coltivate nelle provincie di Modena e di Reggio Emilia pubblicato nel 1867, nonché il saggio analitico “I lambruschi di Sorbara e Salamino” di Enrico Ramazzini del 1885. La denominazione di origine controllata nasce invece nel 1970.
Il territorio
La zona di produzione ricade nei Comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino, San Prospero, tutti in provincia di Modena, e parte del territorio amministrativo dei comuni di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Modena, Soliera, San Cesario sul Panaro, tutti in provincia di Modena. La peculiarità delle pianure dove viene coltivato il Lambrusco di Sorbara è quella di essere caratterizzata dai cosiddetti suoli “Sant’Omobono” originatisi dalle alluvioni dei fiumi Secchia e Panaro. Qui troviamo terreni a fondo prevalentemente sciolto e sabbioso, permeabili e ricchi di potassio.
Vini e vitigni
Il disciplinare prevede la produzione di 4 tipologie sia rosse che rosate, sia spumante che frizzante. Tra le famiglie dei Lambrusco presenti, il Lambrusco di Sorbara è la varietà principale e deve essere presente per almeno il 60%, mentre il Lambrusco Salamino può concorrere sino ad un massimo del 40%, così come le altre varietà di Lambruschi (massimo 15%). Il Lambrusco di Sorbara è un vitigno caratterizzato dal fatto che si presenta acinellato a causa di una anomalia floreale che ne provoca una sensibile perdita di prodotto: si tratta di una peculiarità che lo rende unico e particolarmente pregiato.