Reggiano DOP
Un po’ di storia
Se già i mosaici del I secolo a.c. conservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia testimoniano la presenza delle vite in epoca romana, i moltissimi contratti medioevali certificano la grande presenza in questo territorio delle famose uve autoctone denominate “lambrusche”. La vite è da sempre insita nella vita del territorio reggiano, così come la produzione di un vino “brusco e frizzante” come riportano molte testimonianze del XIX secolo. Se la legge del 10 luglio 1930 riconosce il lambrusco tra i vini tipici italiani, negli anni ’60 del XX secolo la viticoltura nel reggiano si specializza e nel 1962 nasce anche il primo Consorzio volontario di tutela. La prima denominazione di origine controllata è invece del 1972 e si chiama “Lambrusco Reggiano”, che nel 1996 diventa l’attuale “Reggiano”.
Il territorio
La zona di produzione della denominazione ricade nella parte centro occidentale della regione Emilia-Romagna, nella provincia di Reggio Emilia, e si estende su un ampio territorio di pianura ed un più̀ limitato territorio collinare, che si interrompe con l’inizio della zona montana.
Vini e vitigni
Sono sette le tipologie prodotte all’interno della denominazione: “Reggiano” Lambrusco (anche frizzante e spumante); “Reggiano” Lambrusco Salamino (anche frizzante); “Reggiano” Rosso (anche frizzante); “Reggiano” Bianco spumante; “Reggiano” Lambrusco novello (anche frizzante); “Reggiano” Rosso novello. La base ampelografica che costituisce la denominazione è composta da una serie di vitigni appartenenti alla famiglia dei Lambruschi – Marani, Salamino, Montericco, Maestri, Sorbara, Grasparossa, Viadanese, Oliva, Barghi – e da altri vitigni come Ancellotta, Malbo Gentile, Lambrusco a foglia frastagliata, Fogarina, Sangiovese, Merlot, Cabernet sauvignon, Marzemino, la cui composizione varie a seconda delle tipologie.